Governo vs Magistratura, nuovo round: guai ai magistrati che osano commentare
Lunedì 25 novembre sarà presentato in Consiglio dei Ministri un decreto che prevede il dovere per il magistrato che ha commentato una legge di astenersi nel trattare casi sul medesimo argomento.
Al di là del fatto che, con ogni evidenza, si tratta di un nuovo caso in cui il Governo dimostra di mal tollerare il dissenso e di non apprezzare una magistratura indipendente, c’è un aspetto su cui dal ’94 ad oggi si è dibattuto: un magistrato può commentare proposte di legge e se sì, sta facendo politica?
Facciamo una analogia: se il primario di un ospedale pubblico, a fronte di una proposta di legge riguardante importanti interventi sulla sanità, dichiara che questa nuova legge creerà innumerevoli difficoltà, a qualcuno verrebbe in mente di accusarlo di essere “politicizzato” (magari definendolo un camice rosso) e conseguentemente limitargli l’attività in corsia? Ovviamente no.
Perché allora un magistrato che, a torto o a ragione, critica una legge va fermato?
Essendo il magistrato prima di tutto un tecnico del settore, chi meglio di lui può dire che una legge è sbagliata, come altresì gli avvocati ed ogni altra categoria che opera nella giustizia.
Criticare, dal punto di vista tecnico, una legge non è fare politica, ma un tentativo di evitare il peggioramento di un sistema che ha già le sue difficoltà. Se questa critica arriva da un professionista, punirlo per il solo fatto di essersi pronunciato significa mettere nero su bianco che il Governo non va criticato e che, soprattutto, ciò che piace è una magistratura che ha la sola funzione di “eseguire” ciò che la politica ordina, con buona pace dell’indipendenza sancita dalla Costituzione.
L’accusa di essere una “toga rossa” e di fare politica, ormai di ben nota memoria berlusconiana, è la classica risposta che viene data, in assenza di argomenti, utile solo a screditare l’interlocutore; a memoria di chi scrive, a seguito di una critica da parte della magistratura, l’attuale maggioranza non è mai riuscita a rispondere nel merito se non inneggiando ad una non meglio precisata parte della magistratura che punterebbe ad un colpo di stato (in che modo, come, quando, non è dato sapersi).
Concludendo, una provocazione: secondo Meloni e Nordio, con questo decreto verrà sanzionato anche il magistrato che commenterà in positivo una legge?