
UNA PROPOSTA DI ROTTURA E DI ALTERNATIVA PER RAVENNA
POTERE AL POPOLO AVVIA IL PERCORSO VERSO LE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI, ORGANIZZANDOSI E CONFRONTANDOSI
Con le dimissioni del Sindaco De Pascale (eletto presidente della regione) ci troviamo a dover rinnovare, a poco più di metà mandato, il governo cittadino.
Come già avvenuto per Bonaccini anche De Pascale ha tradito l'impegno preso con i propri cittadini mostrandoci ancora una volta come la nostra classe politica utilizzi le istituzioni democratiche per le proprie carriere personali. Invece di arrivare a fine mandato e di fronte al rischio di non avere un'importante poltrona personale, De Pascale ha preferito mandare Ravenna a elezioni anticipate, cosciente anche del fatto che le regole del gioco rimangono così in mano al PD, a partire dalla data del voto convocata sempre all'ultimo secondo, restringendo così gli spazi democratici per gli adempimenti e per lo svolgimento di una campagna elettorale di vero confronto.
Il nostro giudizio sulla sua amministrazione è sempre stato netto e coerente con le azioni e le analisi che abbiamo portato alla città.
Come sindaco De Pascale è stato sempre asservito, succube e complice dei veri poteri forti che governano le scelte che si sono compiute in questi anni: Eni e Snam, costruttori e speculatori edili, le grandi catene commerciali, le grandi aziende della sanità privata, chi nell'ombra e nel silenzio gestisce e si compra hub e pezzi del Porto di Ravenna, Confindustria..... e ci fermiamo, ma l'elenco potrebbe essere ben più lungo e articolato.
Noi abbiamo sempre ritenuto che il governo della città debba essere per il bene comune e il rispetto del territorio con il suo ambiente e patrimonio culturale unico, dei suoi uomini e delle sue donne, dei suoi giovani e del loro futuro, dei suoi lavoratori e delle sue fasce popolari.
Al contrario i poteri politici di Ravenna, sia di governo che di opposizione (tradendo i cittadini che li hanno eletti), hanno fatto un'altra scelta molto chiara nei fatti: IL LIBERO MERCATO E IL SUO MASSIMO PROFITTO.
Del resto, come abbiamo sempre detto, nel teatrino della politica, a tutti i livelli, i diversi attori in campo alimentano reciprocamente il gioco delle parti, in cui l'esistenza dell'uno giustifica quella dell'altro, garantendo che nulla cambi.
Questo attraverso decenni durante i quali il centrosinistra è stato l'alfiere delle politiche neoliberali che si sono abbattute sui salari e sui diritti di lavoratrici e lavoratori, che hanno tagliato la spesa sociale e il welfare, hanno favorito i processi di regionalizzazione che hanno accompagnato l'attuale promozione dell'autonomia differenziata, e sono stati gli azionisti di maggioranza dei cosiddetti governi tecnici imposti dall'establishment europeo, garanti del "partito unico degli affari e del cemento", privando le nuove generazioni di qualsiasi prospettiva che non sia quella della precarietà perenne e spianando la strada alla destra fascista, rincorrendola sul suo stesso terreno con politiche repressive, securitarie e razziste.
In sostanza, con uno slogan: due facce della stessa medaglia.
Ma queste non sono solo analisi, sono stati per noi temi in cui siamo stati attivi in tutti questi anni.
Lo abbiamo fatto quotidianamente e sempre coerentemente, senza timore e aldilà degli appuntamenti elettorali a cui abbiamo partecipato come le comunali precedenti e le ultime regionali.
Lo abbiamo fatto in prima fila con i nostri militanti.
Per tutte queste ragioni riteniamo che sia indispensabile una proposta di rottura rispetto al governo del cemento e degli affari del Comune e che questa rottura non possa avvenire all'ombra del campo largo. La strategia di fare da stampella sinistra al PD perseguita da alcuni negli ultimi anni, ha prodotto nient'altro che lo svilimento dei temi di carattere ambientale, politico e sociale. Utilizzati come solenni promesse per vincere le elezioni, da mo di foglia di fico di un governo che ci ha lasciato una città più disuguale, più inquinata e sempre più rassegnata. Solo al di fuori del perimetro del centro-sinistra la lotta reale contro ogni autonomia differenziata, la difesa di territori mangiati dal cemento, la rappresentanza politica del lavoro povero, la difesa della sanità pubblica e la tutela di città che si vorrebbero sempre più gentrificate e per turisti ricchi, può cercare di diventare realtà; al contrario, dentro quel perimetro, sono solo chiacchiere che peggiorano la situazione.
Non vogliamo ritagliarci un posto in un sistema di potere, vogliamo mettere i bastoni tra le ruote a quel sistema di potere. Su queste basi, vogliamo dire sin da subito che Potere al Popolo sarà presente alle prossime elezioni amministrative, consci dell'importanza di essere in questa partita e dell'impegno che questo richiede. Siamo anche disponibili a incontrare e accogliere chi con noi condivida una prospettiva di completa alterità e indipendenza rispetto alle opzioni politiche esistenti, per costruire un argine alle due facce della destra nel prossimo consiglio comunale..
Abbiamo un lungo cammino da fare, ma non abbiamo né padroni né padrini e crediamo sia necessario dare forma a un'alternativa e a un'opposizione seria al disastro cui stiamo andando incontro.