
Serve un'alternativa di sistema, Potere al Popolo ci sarà.
Potere al Popolo di Ravenna aderisce e sarà presente a Marina di Ravenna domenica 23 febbraio a fianco del promotore Coordinamento ravennate “Per il Clima Fuori dal Fossile”, contro il progetto di installazione del rigassificatore e l’estensione dell’utilizzo delle energie fossili .
Progetto oggi sostenuto e portato avanti dall’esecutivo Meloni, con la complicità e l’appoggio anche del Partito Democratico nazionale e locale, e in Regione attraverso il suo presidente, l’ex sindaco De Pascale (vero pasdaran dell’Oil&Gas).
Ci saremo per dire un NO forte e chiaro alle scelte di questa classe politica tutta, che ha deciso sulla nostra pelle di sacrificare gli interessi collettivi alla fame di profitti delle multinazionali, un sistema che è sempre stato pienamente rappresentato anche a Ravenna (ricordiamo a tutti i vergognosi voti unanimi del Consiglio Comunale su Rigas ed estrazioni).
Ravenna e il suo territorio sono il paradigma di ciò che da sempre sosteniamo; nave rigassificatrice in arrivo il 25 febbraio, metanodotti che stanno devastando un territorio già fragile e colpito dall’alluvione , estrazione da decenni di tutto il gas possibile, costruzioni ovunque di immobili residenziali inutili, decine di centri commerciali, progetto CCS con il deposito di immagazzinamento della CO2, deposito GNL nel porto, piattaforma polifunzionale di pretrattamento e trattamento di rifiuti speciali e industriali,nuovi assi viari a profusione, piastre di hub logistici ….
Eccoli perciò i veri poteri che governano e decidono cosa si deve fare a Ravenna:
Eni, Snam, Saipem, Roca, Hera, gli immobiliaristi, le grandi aziende di catene commerciali, i costruttori dei grandi appalti pubblici (anche con interdittive antimafia!), chi nell’ombra e nel silenzio gestisce e si compra Hub e pezzi del Porto di Ravenna (e qui bisognerebbe avere molta più attenzione rispetto alle infiltrazioni) e Confindustria con Marcegaglia come esempio di porto franco anche rispetto alla sicurezza e al rispetto dei diritti dei lavoratori.
Il 23 febbraio perciò ci saremo, così come ci siamo sempre stati con coerenza e senza tentennamenti per opporci all’accelerazione dell’utilizzo delle fonti fossili e per continuare a indicare l’unica via d’uscita possibile dal sistema capitalistico che sta scaricando tutte le conseguenze del suo fallimento su tutte e tutti noi!
Qui e ora, a partire dall’opposizione reale all’ennesimo progetto di devastazione ambientale e saccheggio sociale è necessario indicare alla maggioranza dei cittadini che non solo è possibile resistere, è necessaria una prospettiva di rottura e di alternativa complessiva di pace, pianificazione razionale dell’utilizzo delle risorse naturali, compatibilità con lo sviluppo industriale e una reale transizione ecologica come vero futuro per il pianeta e le nuove generazioni!