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IL DNA DELL'EUROPA

2025-03-19 10:41

Redazione

GUERRA & PACE, manifestazione pace, 15 marzo, riarmo, rearm eu,

IL DNA DELL'EUROPA

La verità è che l'Europa senza identità non si rassegna alla caduta del muro di Berlino. È quello che le aveva permesso di unirsi, di guardare...

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Pubblichiamo l'intervento di Raniero della Valle alla manifestazione del 15 marzo di Piazza Barberini a Roma contro il Riarmo Europeo e per la pace (ndr):

 

Amici, compagni, fratelli, cittadini,

come diceva un vescovo della Liberazione dell'America Latina, ognuno prenda il saluto come è, e come vuole essere. Abbiate fiducia, perché anche questi sono tempi di liberazione.

 

Ci sono due piazze per l'Europa: e come possono parlare a nome dell'Europa, quelli che vogliono un'Europa divisa, e l'una contro l'altra armata? il che vuol dire che la nuova identità dell'Europa non sono i popoli che si uniscono ma sono gli eserciti che li dividono, e la coscrizione obbligatoria non degli uomini ma della moneta.

 

E tuttavia queste due piazze portano non solo una notizia cattiva ma anche una buona.

Quella cattiva è che troppi europei, e interpreti dei valori europei, hanno un'opinione così scadente dell'Europa, quasi diffamatoria ed offensiva, da pensare che l'Europa esista solo se imita l'America, se invidia le sue atomiche e il suo dominio, e se l'America le dice di pensare un po' anche lei a se stessa, ne fa una tragedia.

 

La notizia buona è che queste due piazze si riempiono per la politica, segnano un ritorno della politica, la gente si fa ancora richiamare al dovere della politica.

Allora: altro che venire senza bandiere! Venite con tutte le bandiere, che sono la vostra gloria e il futuro dell'Italia! Sono la nostra vera Patria, non la Patria che ci è stata data, che pure amiamo, ma la Patria che abbiamo scelto.

 

Infine, dato che occasionalmente sono in ospedale per una caduta. e per questo non sono tra voi, lasciatemi usare il linguaggio sanitario per fare una diagnosi di questa Europa, per dire com'è e come dovrebbe essere per guarire. Quando si parla e si giudica bisogna sempre mettersi in situazione, usare il linguaggio suggerito dalla propria situazione reale.

 

Allora facciamo la cartella clinica di questa Europa.

Qual è il suo DNA, ciò che c'era all'origine e che c'è sempre stato? Intanto Creonte e Antigone, il potere e la libertà, la legge e la grazia. Poi c'è stata l'invenzione della guerra, la guerra proclamata principio e sovrano di tutte le cose, da Eraclito a Kant, la guerra come prodotto della natura, la pace invece come artificio. Ma nel DNA dell'Europa ci sono tutte le passioni umane, che ci sono state svelate nelle tragedie greche, antiche nuove, amore e morte, gelosia e dono di sé, progetto e speranza.

 

Ma poi bisogna fare l'anamnesi, tutte le malattie dell'Europa: l'imperialismo dell'Occidente cominciato qui a Roma, il culto dei Cesari, le persecuzioni religiose, il regime di cristianità, da Costantino a Hitler, le colonie, la conquista e il genocidio dell'America, fino alle due guerre mondiali e alla Shoà; e ora l'Europa non sa neanche più che cosa è, perché la sua identità è un personaggio in cerca d'autore.

 

Il problema è che l'Europa, senza più identità, crede di aver bisogno di un Nemico, è l'esistenza di un Nemico che le conferisce la sua ragion d'essere; il Nemico che è una minaccia, che dovrebbe arrivare fino al Portogallo, ma non arriva, come nel deserto dei Tartari. E così anche la geografia è negata, perché anche questo nemico è Europa che va dall’Atlantico agli Urali, fino alla madre Russia.

 

La verità è che l'Europa senza identità non si rassegna alla caduta del muro di Berlino. È quello che le aveva permesso di unirsi, di guardare al mondo e di avere la pace, è quello che le ha dato l’euro e l’economia keynesiana, e pazienza per la Germania che le piaceva pure divisa e almeno era senza esercito

E allora qual è la cura per una prognosi non riservata, che metta l'Europa fuori pericolo?

Capire che l'Europa non ha bisogno di un nemico ma ha bisogno di un'idea. Un'idea per la quale valga la pena vivere e lottare; le idee che abbiamo tradito, democrazia, socialità, liberalismo.

 

Ma anche le fedi che abbiamo perduto perché non abbiamo saputo difenderle dal giusto giudizio della laicità.

 

Forse l'Europa, per salvarsi deve riscoprire le due fedi che abbiamo perduto, il cristianesimo e il comunismo, che hanno perfino cercato di unirsi nel nome della pace e del destino dell'uomo, nel reciproco ascolto di proletari e vescovi, di Togliatti e Giovanni XXIII.


 

redazione@camminaredomandando.it

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