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Il Partito Radicale (unitamente alla Fondazione Marco Pannella e Stati Uniti d’Europa) ha recentemente diramato un volantino per la celebrazione del 25 Aprile a Firenze, presso il sacrario di Giustizia e Libertà, con invito ad utilizzare fazzoletti verdi.
La ragione (del tutto singolare, che anzi sembrerebbe in prima battuta un richiamo all’adunata leghista di Pontida) sarebbe nel rimarcare di essere “antifascisti, anticomunisti”.
Al di là del fatto che una parte del mondo radicale si schierò nel 1994 con Berlusconi (quindi con il Movimento Sociale Italiano) e successivamente col centro-sinistra, la scelta, proprio in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, di rimarcare di essere sia antifascisti che anticomunisti è quantomeno una stonatura.
Probabilmente i radicali hanno dimenticato la storia del Partito Comunista (anzi, in generale di chi era di fede comunista) dall’avvento del fascismo fino alla Costituente. Dimenticarsi dei tantissimi che subirono il carcere e il confino, le manganellate e l’olio di ricino, finanche a rimetterci la vita, è grave. È anche grave dimenticarsi dell’enorme contributo che il Partito Comunista diede alla Resistenza, dal momento che era l’unico ben organizzato, poi successivamente alla nascita della Costituzione ed alla rinascita del Paese.

Ecco perché collocare sullo stesso piano fascismo e comunismo oltre ad essere storicamente un errore, è anche un atto politico ingiustificabile.
Farlo per l’ottantesimo anniversario della Liberazione, lo rende odioso.