
Il 1° maggio non è mai stata per noi una mera celebrazione, è sempre stata la festa della dignità del lavoro e dell'orgoglio delle lavoratrici e dei lavoratori.
Spesso è stata la celebrazione di vittorie importanti con grandi cortei in molte città, in cui in maniera collettiva si affermava la consapevolezza di un'appartenenza a una classe ben precisa. C'erano valori chiari e netti che passavano attraverso le grandi e piccole lotte per i diritti e il posto di lavoro.
Ma il capitale e il liberismo hanno stravolto tutto negli ultimi anni con la complicità del potere politico asservito (compresa certa falsa sinistra come il PD nostrano) e con l'abdicazione dal proprio ruolo del sindacalismo confederale.
Da anni si fanno leggi con l'obiettivo preciso di precarizzare e "balcanizzare" al massimo il mondo del lavoro. Le false cooperative create per sfruttare e ricattare i lavoratori, soprattutto stranieri, come nella logistica. E i salari fermi da 20 anni, che pongono l'Italia agli ultimi posti in Europa, o il salario differenziato del lavoro femminile.
Per i giovani nessun futuro e prospettiva, anzi si chiede loro di accettare supinamente qualunque salario e orario senza discutere, con anche gli stage di alternanza scuola-lavoro per gli studenti, parte di questo progetto.
E se si ribellano è pronta la litania via stampa che conosciamo bene: "non troviamo personale.. i giovani non hanno voglia di lavorare ".
VERGOGNATEVI, voi volete solo "schiavi ubbidienti e silenti".
E il terribile capitolo riguardo la "guerra quotidiana" contro le lavoratrici e i lavoratori, rappresentata da infortuni e omicidi sul lavoro.
Nel 2024, in Italia, in base alle denunce all'Inail, i morti di lavoro sono stati 1090 rispetto ai 1041 del 2023 (+4,7%), 589.571 gli infortuni. E Ravenna in questa classifica è sempre tra i primi posti.
A Marcegaglia continuano a cadere pinze che pesano alcune tonnellate e ricordiamo come in questa fabbrica il 15 luglio 2021 Bujar Hysa, 63 anni, sia morto schiacciato da un coil, come altri prima di lui.
Sono solo alcuni episodi di ciò che quotidianamente, e ripetiamo quotidianamente, avvengono al porto, in edilizia, in agricoltura, nella logistica, in tutte le attività produttive.
Ma anche qui "bisogna aiutare il profitto non disturbando la ripresa e le aziende": leggi compiacenti, scarsi controlli, tagli al personale addetto e finti e inutili palliativi come l'Osservatorio per la sicurezza e legalità locale, di cui abbiamo trattato criticamente innumerevoli volte.
Noi come Potere al Popolo chiaramente non ci rassegniamo a questo stato di cose e a questa impostazione di società e futuro.
Occorre superare quell'isolamento e frammentazione in cui oggi ci hanno spinto e in cui il liberismo e il capitale spadroneggiano.
Occorre ricominciare a riportare al centro i valori di solidarietà e uguaglianza con una nuova stagione di lotte e rivendicazioni che partano dal basso, dai luoghi di lavoro e di studio.
Molto c'è da fare, a cominciare da un salario minimo di almeno 10,00 euro orari, una legge sugli appalti delle pubbliche amministrazioni che tuteli i salari e i ruoli dei lavoratori (che pagano in prima persona i massimi ribassi) e quella contro gli omicidi sul lavoro e sulla sicurezza (proposte di leggi che abbiamo presentato in Parlamento).
Bisogna intervenire con un sistema formativo serio e sul valore dei salari per arrivare a cancellare, depotenziando, come hanno fatto in Spagna, tutta la miriade di forme di contratto precarizzanti usate per il massimo sfruttamento.
RIDIAMO DIGNITA' AL LAVORO E ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI.
BASTA SFRUTTAMENTO E PRECARIETA'.